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Destin e il suo nuovo cammino verso la Pasqua 2020.

Si chiama CIKURU DESTIN. E' un ragazzino che avrà 12 o 13 anni con due stracci sporchi addosso e un vistoso handicap, probabilmente congenito, alla gamba sinistra che dal ginocchio in giù presenta un breve moncone contorto che termina con un piedino sbilenco.

Il mattino del 27 febbraio, al mio arrivo nel nostro Centro di Assistenza Tupendane nel quale assistiamo i bambini vulnerabili, me lo trovo davanti alla porta di entrata col bastone che gli serve per camminare.

Spontaneamente lo saluto, gli sorrido e lo invito a entrare. Mi accorgo che è pieno di scabbia, una scabbia già infetta soprattutto ai polsi, le mani e i piedi.

Prima cosa, chiedo che gli venga fatto fare un bel bagno e che quei due stracci contaminati che ha addosso vengano bruciati

Poi inizio con cura e pazienza a medicarlo. Comincio dalle zone dove c'è presenza di pus utilizzando una pomata anti scabbia combinata a una pomata e a cura antibiotica.

Poi gli bendo le zone più infette.

Finita questa operazione, assieme a Merida, la brava responsabile del Centro di Assistenza, iniziamo il colloquio per redigere la scheda del nostro nuovo ospite annotando i dati e le vicende che hanno caratterizzato la sua storia. Un'impresa sempre ardua a causa dell'inveterata abitudine che hanno un po' tutti di dire...un sacco di bugie.

Ma alla fine, con la pazienza e con l'esperienza ormai acquisita in tanti anni, riusciamo ad avere un quadro abbastanza preciso della situazione del ragazzino che abbiamo davanti. Già il suo nome Destin (= Destino), mi fa spontaneamente pensare che per lui il "destino" sia stato finora poco fortunato e piuttosto avverso. Ed è proprio così.

Originario di una famiglia poverissima del villaggio di Kabamba, situato nella zona di Kalehe a un centinaio di Km da Bukavu, da diversi mesi aveva abbandonato la sua famiglia e con mezzi di fortuna era arrivato a Bukavu vivendo alla meglio in uno dei quartieri più poveri e caotici della città. Un Pastore protestante gli aveva dato alloggio per un po' di giorni a casa sua. In seguito aveva attraversato la frontiera ed era andato nella cittadina ruandese di Cyangugu, limitrofa a Bukavu, dove era stato accolto in una specie di orfanatrofio. Non trovandosi a suo agio, dopo un po' di tempo, era scappato tornando a Bukavu e si era adattato, come tanti altri ragazzini, a condurre la vita precaria e incerta dei "ragazzini di strada". Una vita particolarmente scomoda per lui condizionato da quel suo pesante handicap fisico.

Un giorno un uomo compassionevole, incontrandolo sulla strada forse intento a mendicare, gli ha suggerito di venire nel nostro Centro qui a Kadutu.

Ho provato spontaneamente una grande tenerezza vedendo quel ragazzino con quel brutto handicap davanti alla porta del nostro Centro e l'ho subito accolto nonostante le rimostranze di una persona che cercava di dissuadermi dicendo:" Ma è un maybobo!" (=Un ragazzo di strada"). Come per dire: "E' pericoloso prenderlo in casa!" Dopo il bagno e dopo avergli curato la scabbia,lo abbiamo fatto dormire per alcuni giorni fino a guarigione avvenuta in un luogo appartato per impedire che contaminasse la quarantina di bimbi assistiti nel nostro Centro.

Adesso l'idea che ho in testa è questa: una volta che avremo rintracciato i suoi genitori (se ancora li ha) o qualcuno della sua famiglia, cercherò, con il loro consenso, di farlo operare. Si tratterà di praticargli una amputazione appena sopra il ginocchio per liberarlo da quel moncone contorto e in seguito fargli applicare, in un Centro apposito presente qui a Bukavu, una protesi in modo che possa camminare liberamente. Ci vorrà un po' di tempo, ma ci arriveremo.

Intanto Destin si è trovato finalmente a suo agio nel nostro Centro.

Sente che gli vogliamo bene ed è molto contento. Sempre sorridente, cerca di manifestare la sua gioia e la sua riconoscenza in tante maniere. Ogni mattina, per esempio, al mio arrivo mi viene incontro saltellando sulla sua gamba sana per prendermi la borsa e portarla nel mio ufficio-ambulatorio.

Questo mi tocca il cuore e mi induce a ringraziare il Signore.

Mi viene da pensare: "Il suo "destino" finora così avverso e sfortunato non si sta forse trasformando pian pianino ... in un gioioso cammino verso la Pasqua?”

15/03/2019

P. Giovanni Querzani

Bukavu (R.D.Congo)

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