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Lettera agli amici benefattori (settembre 2010)

25/09/2020

Cari AMICI,

all'inizio di questa lettera sento di dover esprimere innanzitutto un grande sentimento di gratitudine nei confronti del Signore per la grazia che mi ha concesso di raggiungere un traguardo insperato: 50 anni di vita missionaria in Congo.

Ricordo ancora benissimo il mio arrivo a Kinshasa, l'immensa metropoli capitale del Congo, il 12 settembre 1970, assieme al confratello Padre Luigi Lo Stocco.

Arrivammo a mezzanotte. Per fortuna c'era ad attenderci all'aeroporto un Padre dei Missionari di Scheut presso i quali dovevamo fare il nostro stage di lingua swahili.

Nel cuore di quella prima notte africana fummo fermati dalla polizia congolese in pattuglia notturna allo scopo di contrastare il banditismo che infieriva di notte in quella caotica metropoli. Con questo piccolo episodio, quasi fosse un presagio dell'avvenire, iniziava la mia lunga avventura di vita missionaria in Congo, Paese nel quale avrei dovuto "condividere" tutti gli incredibili drammi vissuti dal popolo congolese, con in cuore la gioia e la sofferenza di sentirmi inviato ad annunciare e testimoniare il Vangelo ai poveri di questa nazione africana tanto martoriata. Ripercorro come in una lunga sequenza cinematografica le tappe di questo cammino pieno di grandi momenti di gioia, ma anche dalle continue grandi sofferenze dovute soprattutto alle tragedie che queste popolazioni hanno dovuto subire.

Ora mi trovo alla soglia dei 78 anni. Le energie fisiche sono vistosamente diminuite, l'handicap della sordità è quasi totale e ho anche qualche problema agli occhi, ma nel cuore c'è ancora tanta voglia di dedicarmi ai poveri e portare a termine, con la grazia di Dio, la "Missione" della mia vita.

Le circostanze attuali, contrassegnate dalla impietosa crisi economica scatenata dal Covid 19 e dalla problematica situazione politica di questo Paese, non corrispondono certamente né alle mie attese né tanto meno alle aspirazioni del popolo congolese che vive ancora un periodo di incertezza e di frustrazione. Emanciparsi da un potere oppressivo durato tanti anni e dalla enorme e intricata rete di corruzione istituzionalizzata messa in opera da quella vera "Mafia" politica che ha dominato per tanti anni, è una sfida, a dir poco, impervia.

La gente, abituata da sempre a subire soprusi e violenze di ogni genere, non mostra nel suo insieme una vera e travolgente forza di reazione, ma, come sempre, è piuttosto incline alla rassegnazione. L'avvenire prospero di questo Paese, nonostante le sue immense ricchezze ed enormi potenzialità, è ancora un miraggio. Dubito di avere la gioia di poterne vedere la realizzazione.

La sola cosa che posso fare è quella di "donarmi" e fare tutto il mio possibile per essere"prossimo" e "sensibile" ai bisogni della gente.

Finora ho potuto farlo in grande grazie alla vostra immensa generosità, ma purtroppo ci si è messa di mezzo quella malaugurata epidemia che ha reso tutto enormemente più difficile e problematico. Nonostante questo, credo ancora nella Provvidenza. Ne ho avuto, anche recentemente, alcune prove tangibili. E' per questo che non disarmo. Anzi, nei limiti del possibile, grazie all'impegno dei miei bravi collaboratori congolesi, miriamo a intensificare la nostra azione sociale, anche se con modalità diverse da quelle precedenti.

In pratica, senza disattendere l'impegno primordiale nei confronti dell'Assistenza Nutrizionale e Sanitaria ai bambini malnutriti né diminuire l'impegno di assistenza ai bambini della nostra Casa-Famiglia Tupendane a Kadutu, abbiamo preso l'iniziativa di incentivare la nostra azione nel nostro Centro Sociale di Cimpunda.

Già l’anno scorso, grazie al generoso e provvidenziale contributo di un Amico di Cesena, il Sig.Mariani Mario, avevamo potuto ampliare il complesso, rialzando gli edifici laterali per allestirvi nuove aule scolastiche. Attualmente, in occasione della prossima riapertura delle scuole (il 5 ottobre prossimo) e nonostante l'intrusione imprevista in questi ultimi mesi dell'epidemia del Covid 19, abbiamo deciso di dare inizio, nella parte superiore del complesso, a una "Scuola Materna" (Asilo si direbbe in Italia) e nella parte sottostante più ampia, portare a termine il ciclo della Scuola di recupero e utilizzare le nuove aule scolastiche per dare inizio alle prime classi di una vera e propria "Scuola Elementare". Una vera necessità per questo Paese strapieno di bambini senza diritti e senza avvenire.

L'attività di Formazione in taglio-cucito e ricamo per le mamme, che si svolgeva in questo complesso di Cimpunda, abbiamo pensato di continuarla, anche se in maniera più ridotta, nell'aula-laboratorio del Centro di Assistenza Tupendane a Kadutu.

Tenendo conto anche dell'incertezza degli aiuti che ci sono sempre arrivati dall'Italia, particolarmente da voi, Cari Amici, abbiamo preso l'opzione di togliere la "gratuità totale" sostituendola con la richiesta di un piccolo contributo da parte delle famiglie dei bambini che frequenteranno le nostre due Scuole. Il vantaggio educativo di incentivare la partecipazione dei genitori è evidente e opportuno, avendo constatato che il sistema della "gratuità totale" ha purtroppo messo costantemente in luce il grave inconveniente di una imprevista "deresponsabilizzazione" degli stessi genitori.

Artefice di questo nuovo sviluppo della nostra attività sociale è l'impareggiabile e infaticabile mamma MERIDA che ha tutta la mia stima e il mio appoggio, dato che da parte mia, per le ragioni sopracitate, non avrei avuto la forza e la capacità necessarie per intraprendere questo nuovo sviluppo.

Senza nessuna pretesa e senza contare su ipotetici aiuti, pur sempre tanto graditi se vengono, cercheremo di metterci tutto il nostro impegno, confidando nella Provvidenza che non mancherà di stimolare tante persone che, nonostante la crisi provocata dall'epidemia, avranno la possibilità e la volontà di sostenere il nostro impegno sociale a favore dei diritti fondamentali di tutti questi bambini che vivono in situazioni di grande povertà.

Queste sono le prospettive che abbiamo in questo fine-anno reso così problematico da quel malaugurato virus e per il prossimo anno.

Non mi resta che esprimervi ancora una volta tutta la mia gratitudine per tutto quello che finora avete fatto per noi e che magari ... continuerete a fare.

A tutti assicuriamo, come sincero ringraziamento, il nostro fervente ricordo nella preghiera.

P. Giovanni Querzani

Missionario a Bukavu

R.D.Congo